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APPENDICE alla Nota 13 § [ signora mia, cos'è mai la filosofia ]
Il discorso di Hitler [1] è riportato da Reinhard Kühnl in: Due forme di dominio borghese: liberalismo e fascismo (1971), ed. Feltrinelli (I ed. 1973), II edizione marzo 1976; pp. 136-137 e 190
« Lorsignori sono convinti che l'economia tedesca debba essere costruita sulla base dell'idea della proprietà privata. Ma non potranno mantenere in piedi di fatto questa idea della proprietà privata se essa non appare anche, in qualche modo, fondata logicamente. Questa idea deve trarre la sua giustificazione etica dalla comprensione della necessità naturale. E’ quindi necessario giustificare le forme tradizionali che si vogliono conservare in modo che possano essere considerare assolutamente necessarie, logiche e giuste. E allora devo dire che la proprietà privata si può giustificare sul piano etico e morale solo se si parte dal presupposto che le prestazioni degli uomini sono diverse... Ma una volta che si è ammesso questo, è una follia affermare che sul terreno economico ci sono delle differenze di valore indiscusse, ma che queste differenze non esistono sul terreno politico! E’ assurdo costruire la vita economica sull'idea della prestazione, del valore personale, e quindi in pratica sull'autorità della personalità, ma negare questa autorità della personalità sul terreno politico e mettere al suo posto la legge della maggioranza, la democrazia... L'equivalente della democrazia politica sul terreno economico non è altro che il comunismo.” Invece la NSDAP (il partito nazionalsocialista) ha già realizzato in se stessa il principio del nuovo stato basato sull'idea di comando: "...una organizzazione animata dal più elevato sentimento nazionale, costruita sull'idea di un'autorità assoluta della direzione in tutti i campi, a tutti i livelli: il solo partito che ha superato in se stesso senza residui non solo l'idea dell'internazionalismo, ma anche quella della democrazia, che in tutta la sua organizzazione conosce solo i criteri della responsabilità, del comando e dell'obbedienza, e che introduce quindi per la prima volta, nella vita politica della Germania, un organismo di milioni di uomini che è costruito secondo il principio di prestazione."

Questa prima citazione è seguita da un breve commento di Kühnl:

“Così, secondo l’opinione di Hitler, all'azienda industriale capitalistica col suo principio di prestazione e la sua ferrea gerarchia di comando, corrispondeva, sul terreno politico, la dittatura. Che, in questo modo, egli venisse incontro sia agli interessi che alla mentalità degli industriali, risulta già dal verbale della riunione, che registra a più riprese, durante il suo discorso, gli "applausi" e i "vivi applausi" degli ascoltatori, e, alla fine, "un applauso fragoroso e prolungato”. E qui l’A. inserisce in fondo pagina questa nota: “E’ vero che Domarus, l’editore dei discorsi di Hitler, dà di questo comportamento una interpretazione notevolmente diversa (cfr. p. 68): secondo lui Hitler avrebbe applicato anche in questo caso il suo "metodo abituale di stancare gli interlocutori," sviluppando argomentazioni interminabili, finché "tutti gli ascoltatori, anche quelli che gli erano contrari, erano ridotti allo stremo delle forze e non erano più in grado di resistergli sul piano intellettuale," e, a questo punto, avrebbe presentato loro le sue idee. Come si vede, per una certa categoria di storici nessun argomento è troppo insulso quando si tratta di mascherare il nesso, qui particolarmente evidente, tra il fascismo e il capitalismo.”

Quindi l’A. riporta un altro importante brano del discorso di Hitler:

"Ma non si può capire la posizione signorile e privilegiata della razza bianca nei confronti del resto del mondo sul terreno economico se non la si mette strettamente in rapporto con una concezione padronale sul terreno politico che e stata un attributo naturale della razza bianca da parecchi secoli a questa parte e che essa ha affermato e fatto valere verso l'esterno. Prendete un territorio particolare qualsiasi, per esempio l'India: l'Inghilterra si e impadronita dell'India non per la via del diritto e della legge, ma senza alcun riguardo per i desideri, le concezioni o i documenti legali degli abitanti, e ha conservato questo dominio, quando era necessario, con la massima brutalità e mancanza di scrupoli... A prescindere dalle forme in cui questo diritto si è travestito di volta in volta verso l'esterno, in pratica è stato l'esercizio di un diritto signorile estremamente brutale. Questa concezione politica ha posto le basi della presa di possesso economica del resto del mondo... Ma la razza bianca può conservare praticamente la sua posizione solo se rimane intatta la disparità nei livelli di vita che esiste attualmente nel mondo. Date ai nostri cosiddetti 'mercati di esportazione' lo stesso tenore di vita che abbiamo noi, e vi renderete conto che la posizione di predominio della razza bianca, che si manifesta non solo nella potenza politica della nazione, ma anche nella posizione economica del singolo, non può più essere mantenuta…" L'Unione Sovietica deve essere distrutta già per ragioni puramente economiche: "E’stato realizzato un tale incremento della capacità produttiva che gli sbocchi commerciali attualmente disponibili non sono più minimamente adeguati ad essa. E se l'idea mondiale del bolscevismo riuscisse a staccare il continente asiatico dalla comunità umana, non ci sarebbero più nemmeno lontanamente le condizioni necessarie per dare lavoro a un'industria che ha assunto dimensioni gigantesche."[2]

[1] - Discorso di Hitler del 27 gennaio 1932 davanti al circolo industriale di Düsseldorf, in M. Domarus (ed.). Hitler, Reden und Proklamation 1932-1945, I, Wurzburg, 1962, pp. 68 sgg., specialmente pp. 72 sg. e 87.
[2] - Cfr. Domarus cit. pp. 75 e 79.







VALIGIE
parte seconda H.D.S. MAROQUINERIES